Presentazione

Il Dottorato di Ricerca di Interesse Nazionale in Scienze del Patrimonio Culturale unisce figure e competenze provenienti da ambiti scientifici diversificati, ma accomunati dalla medesima attenzione nei confronti della storia, della conservazione, della valorizzazione e della tutela del patrimonio culturale.

Il corso è strutturato in cinque curricula:
“Arte, Archeologia, Storia, Restauro”, “Storia e Conservazione del Patrimonio Costruito”, “Valorizzazione del Patrimonio Culturale e Ambientale”, “New Media per la Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico”, “Editoria e Innovazione: Contenuti, Processi e Tecnologie”.

Il progetto prevede la presenza di alcune università (con Roma “Tor Vergata” come sede amministrativa), Accademie di Belle Arti (Roma, Firenze, Macerata, Lecce, Catania) e l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Roma (ISIA), insieme a istituzioni culturali e di ricerca come Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). L’assoluta novità di far collaborare in un medesimo progetto formativo dottorale università e istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) apre prospettive completamente nuove per liberare idee frutto della piena interazione tra i livelli materiale e critico della ricerca nell’ambito del patrimonio culturale. L’obiettivo è unire le competenze di ognuna di queste istituzioni in ambito artistico, archeologico, storico, architettonico, nel campo della conservazione e del restauro e dei new media.

La compresenza di università e istituzioni AFAM consente di mettere a disposizione dei dottorandi metodologie di studio, ricerca e intervento diversificate, in grado di farli interagire con approcci tra loro diversi e allo stesso tempo utilmente compatibili. Riguardo alle Accademie di Belle Arti va sottolineato che i docenti delle stesse, grazie alla consapevolezza dell’aspetto produttivo delle opere d’arte nel loro sviluppo storico, portano in dote le proprie risorse disciplinari per fornire quegli strumenti in grado di considerare l’opera d’arte come un prodotto culturale e di comunicazione sociale.

Il dottorato si propone di valorizzare diversi approcci in merito alla comprensione del patrimonio culturale, in linea con la Convenzione di Faro e con le indicazioni dell’Unesco, e soprattutto di contribuire alla Missione 1 del PNRR: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo.

Il corso, di durata triennale, intende promuovere non solo la formazione di studiosi, per i migliori dei quali si auspica l’ingresso nella carriera universitaria, ma anche di professionalità di alto profilo in grado di svolgere attività di ricerca, gestione e progettazione in istituzioni pubbliche e private anche di livello internazionale.

I dottori di ricerca in Scienze del Patrimonio Culturale dovranno, sin dai primi cicli, essere assorbiti prevalentemente dalla pubblica amministrazione, dagli enti culturali e dalle fondazioni culturali private, con una percentuale calibrata rispetto invece a quanti proseguono la loro carriera nel mondo universitario. Questo percorso mira anche a ridurre il numero dei dottorati che cercano collocazione all’estero, arginando di fatto il fenomeno di brain drain cui si è assistito in passato tra i dottorati locali.

Nell’ambito del Dottorato di Interesse Nazionale in Scienze del Patrimonio Culturale coordinato dalla Scuola di Dottorato dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata è previsto da quest’anno (39° ciclo) il curriculum, “EDITORIA E INNOVAZIONE: CONTENUTI, PROCESSI, TECNOLOGIE”.

Obiettivo di questo curriculum è la formazione di ricercatori e di professionisti altamente qualificati in grado di ideare, sviluppare e gestire idee progettuali per un approccio ai prodotti editoriali innovativo, partecipativo, inclusivo, anche per incentivarne e governarne la transizione digitale.

Tematiche privilegiate nell’individuazione dei percorsi di ricerca applicata sono quelle relative all’innovazione nei prodotti e nelle modalità organizzative e di lavoro proprie dell’attività editoriale e della sua filiera (incluse quelle relative alla produzione di editoria scolastica, universitaria e professionale).

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